Non hai poca voglia di studiare….sei stressato!

A volte si dà la colpa alla voglia di studiare. Ora, parlando liberamente, il problema non è studiare.

Quasi mai. 

Neanche durante l’adolescenza.

A tutti piace conoscere nuove informazioni, sapersi esprimere correttamente e saper sfruttare al meglio il vocabolario che abbiamo a disposizione.

Il problema non è la voglia di imparare. Il problema si pone quando alla parola studiare abbiamo associato una serie di emozioni negative.

Di delusioni.

Di momenti di frustrazione.

Di paragone con gli altri in cui ci si è sentiti inferiori.

Questi sono (alcuni) dei problemi che, nel linguaggio comune, vengono racchiusi nel

Non ha voglia di studiare.

Quante volte, durante le scuole, ci hanno detto frasi simili a suo figlio è intelligente ma non si applica.

Queste frasi sono dannose per l’autostima del bambino e creano una rete neurale con una via preferenziale verso il non ho voglia di studiare.

Il fatto è che queste emozioni confermano sempre di più questi pensieri e portano a non avere più neanche la capacità di concentrarsi.

Poi, ovviamente, se allo studio abbiamo associato le varie emozioni negative, sarà anche normale che si preferisca divertirsi e giocare.

Inoltre, studiare dovrebbe essere qualcosa di bello, di arricchente, che stimoli la propria curiosità e voglia di continuare ad imparare sempre di più.

Purtroppo, però, quando si va a scuola, ci sono tante limitazioni che non permettono ai bambini e ai ragazzi di scaricare e sfogare la loro energia. Anche questo accumulo di energia non aiuta. Distrae. Aumenta lo stress nel corpo.

Allora, cosa possiamo fare per avere più voglia di studiare?

Innanzitutto, gestire lo stress.

Il primo passo è questo.

Eliminare tutto lo stress residuale che abbiamo accumulato e limita le nostre capacità cognitive. Ecco qua sotto una slide estrapolata dai nostri corsi.

Come puoi notare, quando si è troppo sotto stress, ci sono delle funzioni cui il nostro cervello deve rinunciare. D’altronde se il livello di energia è troppo basso (e lo stress troppo alto), bisogna usare l’energia per le funzioni vitali. 

Quindi il cervello (semplificando il processo) si ritrova a dover scegliere tra:

  • Mantenere le funzioni vitali
  • Rinunciare alle funzioni utili ma non vitali.

Per questo che, durante lo studio, non si riesce a concentrarsi, si legge e si dimentica, si fa fatica a seguire la pianificazione, si è più irascibili…

Saper gestire lo stress, significa eliminare questo problema, andando alla radice: sbloccare la capacità di riequilibrare l’energia che ha il nostro corpo.

Solo che se non si interviene, si fa fatica e si arriva al burnout molto più velocemente.

A volte però, trovo dei genitori che mi dicono che i loro figli (o che loro stessi) non riescono a concentrarsi nello studio (o nel lavoro) ma se si parla di altre attività, come lo sport, non hanno problemi.

Quando si parla dei ragazzi, io penso: meno male che hanno lo sport cui aggrapparsi per sentirsi meglio.

Perché sono contenti di praticare uno sport? Perché lì si sentono capaci. Sentono di farcela. Sentono che migliorano e che c’è qualcuno che crede in loro.

Se non hanno neanche lo sport dove sentirsi bene, purtroppo la depressione è dietro l’angolo.

Tutte le delusioni, le frustrazioni, un ambiente emotivamente ostile, non faranno altro che aumentare la loro incapacità appresa.

Allora, come possiamo fare sia per aiutare i ragazzi sia per aiutare noi stessi quando viviamo delle situazioni simili, da cui non sappiamo come uscirne e ci sentiamo incastrati?

Abbiamo due soluzioni a disposizione:

  • Gestire lo stress
  • Sviluppare la nostra efficienza mentale

Queste sono le situazioni possibili per risollevarci da questo stato d’animo.

Vedere che anche per noi è facile ottenere certi risultati desiderati e fare pulizia dallo stress residuale.

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