Siamo a metà maggio e in questo periodo ci sono vari pensieri che occupano la nostra testa. C’è chi sta già pensando alle vacanze, chi pensa che non ce la fa più e che ha bisogno di una pausa e chi mente!
Scherzo. Magari in questo momento stai pensando a programmare il tuo lavoro nei mesi estivi, a pianificare come sarà il periodo di settembre e nel frattempo stai portando a termine ciò che hai in ballo in questo momento.
Non importa in che momento dello svolgimento dei tuoi compiti/doveri tu sia. Ciò che è importante è trovare un modo per non bruciare inutilmente le nostre energie e trovare un modo per riequilibrare il corpo e la mente, in modo da mantenere sempre attive tutte le nostre funzioni, vitali e non.
D’altronde, come si fa a dare libero sfogo al nostro intuito quando non riusciamo neanche a tenere gli occhi aperti mentre leggiamo per aggiornarci nel nostro lavoro o studiare qualcosa di nuovo?
Ecco, in questo articolo voglio condividere con te 4 aspetti che sono fondamentali per il ripristino delle nostre energie e per migliorare il nostro apprendimento, la nostra efficienza mentale e le nostre funzioni cognitive.
Partiamo dalla definizione di apprendimento.
Dal sito treccani.it ecco la definizione:
apprèndere v. tr. [lat. apprĕndĕre, apprĕhendĕre, comp. di ad– e pre(he)ndĕre «prendere»] (coniug. come prendere). – 1. a. Ricevere e ritenere nella mente, imparare: a. cognizioni nuove; a. un’arte; è un ragazzo che non apprende nulla. b. Venire a conoscere: ho appreso con dolore la notizia; ha appreso solo ora di aver vinto; non aveva appreso che era stato scelto
Per quanto riguarda le neuroscienze, apprendere significa imparare nuove conoscenze per metterle a confronto con ciò che conosciamo già.
Questo concetto, riguarda quindi la rete neurale che si genera nel cervello, tutti i collegamenti che racchiudono ciò che sappiamo e abbiamo imparato e che ci permettono di ragionare, sviluppare il nostro pensiero e di aggiungere nuove informazioni legandole ad altro già presente, per dar meglio un senso ai concetti.
Imparare, apprendere è quindi un processo fondamentale per noi, sia in ambito scolastico, sia in quello lavorativo ma anche nella nostra quotidianità.
Essendo così importante, merita scoprire quali siano i fattori che possono o limitare l’apprendimento o favorirlo.
Eccoli di seguito:
- Sonno
- Fattori ambientali
- Preparazione
- Gestione del tempo nelle sessioni di studio
Vediamole una a una.
Il sonno
Il sonno è una parte fondamentale. Il riposo, ci serve. È fondamentale.
Non solo per avere le energie necessarie per compiere ogni attività, ma anche per ciò che avviene nella mente durante il sonno.
Durante il momento del sonno, infatti, nella nostra mente avviene un’attività che viene definita pruning.
Cosa sarebbe?
Con il termine pruning, si riferisce alla codifica dei concetti acquisiti nella giornata, sia per quanto concerne lo studio sia le attività che abbiamo svolto.
Svolgere questa codifica serve a riordinare le idee e a cancellare ciò che è superfluo o inutile. È un’attività molto importante perché ci permette di assimilare meglio le informazioni e per evitare che il cervello si sovraffolli con tutta una serie di informazioni che non sono utili.
Un buon riposo è fondamentale, anche per riequilibrare il sistema nervoso periferico autonomo, per evitare un’eccessiva attivazione che porta al Burn-out.
So che a volte si crede che riposare sia tempo perso che non ci sia tempo a sufficienza per fare tutto, ma trovare un giusto equilibrio, dando la giusta priorità al riposo e al sonno è fondamentale.
Prova a immaginarti di poter non mettere la sveglia. Quante ore dormiresti? Fino a che ora? Ecco, questo è il numero di ore che dovresti dormire, anche con la sveglia. Significa che il tuo corpo e la tua mente, per avere un sonno che le ricarichi a sufficienza, dovrebbero riposare tutte queste ore, per compensare l’attività che svolgi durante la tua giornata.
Fattori ambientali
L’ambiente è importante. L’ambiente influisce su tanti aspetti. Sulla serenità che viviamo, la gioia ma anche il dolore, la tristezza e la paura.
L’ambiente è fondamentale e spesso lo si riconduce solo alle persone che ci circondano. Effettivamente, sapere con chi passiamo il nostro tempo è importante, anche perché, ad esempio, negli uffici le più frequenti e dannose perdite di tempo, generalmente, sono causate dai colleghi che ci disturbano per aiutarli a risolvere i loro problemi,.
Ma l’ambiente non è solo questo. Per capire meglio come influenza la nostra efficienza e quindi come sfruttarlo al meglio per i nostri obiettivi, consideriamo 3 aspetti dell’ambiente:
- Il comfort
- La sicurezza
- L’accoglienza
Cosa si intende per comfort? Tutto ciò che riguarda il posto in cui siamo e come noi riusciamo a starci. Quindi parliamo della luminosità, della temperatura, della postura e della seduta. Questi 4 aspetti possono rendere l’ambiente in cui siamo un luogo ideale per la nostra efficienza mentale o il peggior posto possibile. Ad esempio, se dovesse fare troppo caldo o troppo freddo, faremmo fatica a mantenere la concentrazione. Inoltre la nostra mente sarebbe occupata a pensare al problema. Hai presente quando, magari, non ami avere il condizionatore acceso ma lavori con una persona che prima di dire una qualsiasi parola ha bisogno di accederlo? Oppure, anche la situazione opposta, tu vorresti accenderlo perché fa molto caldo ma il tuo collega ti dice di non farlo perché appena prendi in mano il telecomando del condizionatore, lui ha già iniziato a starnutire e gli sono venute 3 tacche di febbre? Ecco, queste due situazioni rappresentano un ambiente difficile. Un ambiente in cui farai fatica a mantenere la concentrazione e a sviluppare il tuo intuito.
Per quanto riguarda la sicurezza, si parla di sicuro di un ambiente in cui ci si possa sentire sicuri, ma anche la sicurezza che riguarda il nostro stato d’animo. Se mi sento troppo terrorizzato da una prova, allora mi risulterà davvero difficile ricordare ogni tipo d’informazione.
Mentre per accoglienza, mi riferisco alla relazione con chi ci circonda. Ad esempio, per uno studente può essere il professore, ma anche i suoi compagni di lavoro. Così come per il lavoratore, ci si può riferire sia al datore di lavoro, sia ai colleghi ma anche ai clienti e ai dipendenti. Se si vivono troppe relazioni stressanti, l’accoglienza diventa difficile. Pensa ad esempio a quelle famiglie che si ritrovano per discutere di alcuni temi importanti e delicati, ma nessuno ha il coraggio di intraprendere quei discorsi. Ecco, mi riferisco proprio a quello quando parlo di accoglienza. Mi riferisco a quell’elefante nella stanza che tutti vediamo ma di cui nessuno vuole assumersi la responsabilità.
Occupandoci di questi aspetti, il nostro ambiente emotivo può migliorare ed essere un grande alleato della nostra efficienza mentale e delle nostre capacità cognitive.
La preparazione
La preparazione è fondamentale. Ci occupiamo da diversi anni di tecniche d’apprendimento che servono proprio a migliorare la propria preparazione, intesa come studio e come abilità sviluppate.
Per quanto riguarda l’apprendimento, per preparazione c’è anche la fase di, appunto, preparazione allo studio.
Cosa vuol dire?
Prima di iniziare a studiare, sarebbe opportuno visionare dei vecchi esami o vecchie verifiche, per sapere che tipo di preparazione dovrai avere per raggiungere il tuo obiettivo.
Oppure sapere che uso dovrai fare di ciò che vuoi imparare. Sarai d’accordo con me che il tipo di preparazione richiesto quando devi imparare qualcosa solo per te stesso, non è lo stesso di quando devi imparare qualcosa e poi trasmetterlo a un’altra persona. Valutare questo livello di preparazione e dedicare del tempo a migliorare la propria preparazione, serve proprio a migliorare le proprie competenze e a sentirsi meglio.
I tempi
Quando parlo di gestione del tempo, parto sempre dalla misurazione di ciò che fai.
A volte, nei corsi di gestione del tempo o alcuni coach, si limitano a mettere in una griglia tutto ciò che dovresti fare per raggiungere il tuo obiettivo. E poi ti trasmettono dei messaggi tipo non mollare, la miglior versione di te non esita mai, supera i tuoi limiti, esci dalla tua zona di comfort…
Questi messaggi, che possono apparire bellissimi, purtroppo non considerano un fattore fondamentale: noi non siamo limoni. Noi non dobbiamo essere spremuti.
Noi siamo persone impegnate, che hanno tante cose cui pensare e che il tempo e le risorse che hanno a disposizione sono quelle che ognuno ha. Non di più e non di meno.
Sai quante volte, nei libri di formazione, si leggono frasi che affermano la giornata è di 24 ore per tutti, quindi se Tizio fa 1000000 cose e in tutte raggiunge il successo, vuol dire che anche tu puoi fare 1000000 cose e raggiungere i suoi stessi risultati.
Questa frase è vera e falsa allo stesso tempo.
Purtroppo non si considera molto spesso né la condizione iniziale né la situazione in cui uno vive. Banalmente, non considera nemmeno il fatto che non tutti hanno gli stessi obiettivi.
E va benissimo così.
Quando parliamo di gestione del tempo, noi ci occupiamo innanzitutto della tua organizzazione attuale, della tua produttività e di ciò che occupa la tua mente in continuazione.
Fatta quest’analisi, allora si potrà iniziare a pianificare, creando un piano d’azione che sia in linea con le tue abitudini e la tua organizzazione attuale.
Vedremo quali sono i momenti in cui produci naturalmente di più e quelli in cui sei più scarico, ad esempio. Fare questo tipo di analisi ci serve per capire come organizzare le attività nella settimana, considerando anche il tuo livello di energia, giorno per giorno.
Parlando di tempi, dobbiamo anche considerare che, in una sessione (di studio o di lavoro), ad esempio di 2 ore, il tuo livello di energia non sarà uguale in ogni momento. Ci saranno dei momenti in cui avrai più energia e altri in cui ne avrai meno.
Ti consiglio, infatti, di dividere i tempi in 3 parti:
- Prime time 1
- Down time
- Prime time 2
Durante il prime time 1, avrai il livello di energia più alto e potrai dedicarti a imparare nuovi argomenti, alle attività che ti richiedono un maggiore sforzo mentale.
Durante il down time, avendo un livello di energia più basso, il consiglio è di dedicarti ad attività come l’elaborazione attiva dei concetti, ma non all’acquisizione di nuovi concetti. Quindi, ad esempio, una volta che hai fatto chiarezza sui concetti, puoi concentrarti a capirli meglio, associarli, dargli un tuo ordine, ma non ad aggiungere nuovi argomenti da zero.
Infine, durante il prime time 2, anche se hai un livello di energia un po’ più basso rispetto al numero 1, hai comunque quel livello di energia sufficiente per approfondire gli argomenti, collegarli con altre parti importanti e concentrarti sui punti chiave di ciò che hai imparato.
Seguire quest’organizzazione delle sessioni di studio o di lavoro, ti serve per mantenere un buon livello di energia, senza raggiungere l’iper-attivazione e quindi un consumo esagerato di energia.
Per concludere
Quelle che abbiamo visto sono 4 aree fondamentali per la nostra efficienza mentale e di cui, purtroppo, si parla troppo poco.
Siamo un po’ abituati ad avere il focus solo su come fare e come fare di più, ma non su come rendere più performante una persona, senza spremerla.
Questi consigli sono pratici e riguardano aspetti che possono veramente ridarti più energia e aiutarti a mantenerti più in equilibrio.
L’equilibrio è una parte fondamentale, anche nei nostri percorsi. Quando parliamo, ad esempio, di gestione dello stress, non parliamo di resilienza, come fanno in tanti, ma parliamo di come ripristinare l’equilibrio del nostro corpo e della nostra mente.
È una questione di punti di vista, ma parlare di punto di rottura (che compare nella definizione della parola resilienza) quando si parla di essere umani, non mi piace molto. Mi piace molto di più parlare di ripristinare il proprio equilibrio per ricaricare la propria energia.
Questo articolo ha come obiettivo proprio questo. Darti 4 consigli pratici e facili da applicare per ripristinare e poi mantenere uno stato di equilibrio.